martedì 31 gennaio 2023

LA STANZA DELLE MELE di Matteo Righetto

 

Sinossi
È l’estate del 1954, Giacomo Nef ha undici anni e con i due fratelli maggiori vive dai nonni paterni a Daghè, sulle pendici del Col di Lana, nelle Dolomiti bellunesi. “Tre case, tre fienili, tre famiglie.” I bambini sono orfani e l’anziano capofamiglia li tratta con durezza e severità, soprattutto il più piccolo. Il nonno è convinto infatti che Giacomo sia nato da una relazione della nuora in tempo di guerra e lo punisce a ogni occasione, chiudendolo a chiave nella stanza delle mele selvatiche. Lì il ragazzino passa il tempo intagliando il legno e sognando l’avventura, le imprese degli scalatori celebri o degli eroi dei fumetti, e l’avventura gli corre incontro una tarda sera d’agosto. Con l’approssimarsi di un terribile temporale, Giacomo viene mandato dal nonno nel Bosch Negher a recuperare una roncola dimenticata al mattino. Mentre i tuoni sembrano voler squarciare il cielo, alla luce di un lampo scopre vicino all’attrezzo il corpo di un uomo appeso a un albero. L’impiccato è di spalle e lui, terrorizzato, fugge via. Per tutta la vita Giacomo cercherà di sciogliere un mistero che sembra legato a doppio filo con la vita del paese, con i suoi riti ancestrali intrisi di elementi magici e credenze popolari.

Recensione
Questo è il primo romanzo di Righetto che leggo e devo dire che ne sono rimasta profondamente ammaliata.
Sarà l’argomento centrale (le montagne sono al centro di questo romanzo) o forse la sua scrittura così magnetica, o magari la storia in sé… fatto sta che mi ha conquistata.
Io, sui monti, ci sono nata e, certe descrizioni, mi entrano profondamente dentro, così come mi colpiscono dritta al cuore i personaggi burberi, stoici, montanari veri e senza mezze misure. Sguardo di ghiaccio e cuore grande.
È il mio ambiente e, li, mi trovo perfettamente a mio agio.
Il protagonista di questo romanzo è Giacomo, un ragazzino undicenne che vive coi nonni e i due fratelli più grandi in un maso dalle parti di Livinallongo (siamo sulle bellissime e maestose Dolomiti).
Giacomo e i fratelli sono orfani: il padre disperso in Russia durante la guerra e la madre morta giovanissima di malattia.
Il 1954 è un brutto anno per essere orfani, lassù sui monti: la vita è dura, le giornate sono piene di impegni e doveri. Lavoro, lavoro, tanto lavoro sotto gli occhi del rigidissimo nonno paterno, il Nef.
Botte, insulti e punizioni sono all’ordine del giorno.
Ed è proprio quando il nonno intima a Giacomo di tornare nel bosco a cercare la roncola dimenticata che tutto cambia. La scoperta che, qui, farà Giacomo influenzerà tutta la sua vita e sarà la sua ossessione, il suo pensiero fisso…
La stanza delle mele è, allo stesso tempo, il luogo nel quale Giacomo viene messo in punizione, e il posto nel quale Giacomo si rifugia per stare solo con sé stesso e scolpire il legno, la sua grande passione.

Il romanzo di Matteo Righetto è diviso nettamente in due parti: nella prima parte, Giacomo, bambino, racconta la sua quotidianità, il rapporto coi nonni, coi fratelli, la sua montagna.
Nella seconda parte, Giacomo, cinquantenne, vive a Venezia e ha il suo laboratorio di scultura. È ormai famoso ma, ancora, non è riuscito a fare i conti con il suo passato.
Netto è il cambio di vita, netto è il taglio letterario a metà romanzo.
Netto è il giudizio che do di questo libro: BELLISSIMO!

Ho amato l’ambientazione, che è tanto mia, e che mi porta alle mie origini, alle mie montagne (anche se non Dolomiti, ma molto vicine).
Ho amato i suoi personaggi, prima tra tutti la nonna di Giacomo, oppressa dal marito ma capace di gesti d’amore, di tenerezza, di gentilezza.
Ho amato, ovviamente, Giacomo che con i suoi dolori e le sue insicurezze si è segnato un cammino difficile ed in salita.
Ho amato tantissimo Tina Khaler, la vecchia vestita di pelliccia che vive isolata dalla comunità e che tutti considerano una strega e che tanto ha dato a Giacomo.
La storia mi ha preso da subito, sin dal primo capitolo sono stata catturata dai paesaggi, dai profumi, dai personaggi che Righetto ha il dono di saper descrivere così bene.
Mi ha saputo, letteralmente, catapultare in montagna, lassù tra quei masi e i pascoli. Ho sentito il vento gelido sferzarmi il viso e l’odore delle mele conservate nella paglia arrivarmi dritto al cervello. Ho rivissuto momenti, tirato fuori ricordi…

È una storia tanto aspra e tanto tanto vera, che mi è entrata sotto pelle provocandomi brividi e anche lacrime.
Sensazioni che mi rimarranno, per lungo tempo, attaccate addosso.



Titolo: La stanza delle mele
Autore: Matteo Righetto
Anno di prima pubblicazione: 2022
Casa editrice: Feltrinelli


Voto
10/10







Nessun commento:

Posta un commento