mercoledì 6 giugno 2018

I LANCIAFIAMME di Rachel Kushner

I Lanciafiamme si sviluppa attorno a due storie: la prima è quella della famiglia Valera, famiglia imprenditrice che possiede una fabbrica di pneumatici in Itali; l’altra, raccontata in prima persona, la storia della protagonista, giovane donna americana che si lega sentimentalmente a Sandro, erede dell’impero economico dei Valera.
Siamo nel 1977: la giovane protagonista, affascinata dalla land-art e di motociclette, decide di trasferirsi a New York lasciando Reno, la città natale (da cui il suo soprannome). Reno desidera entrare a far parte del mondo dell’arte contemporanea. A New York conosce Sandro Valera, trasferitosi dall’Italia negli Stati Uniti con lo scopo di fuggire alla famiglia d’origine, troppo ricca e borghese e di orientamento politico così tanto distante dal suo pensiero.
Reno, molto più giovane di lui, sembra aver trovato l’amore importate e lo segue in Italia, nella villa dei Valera sul Lago di Como, poiché le hanno proposto di realizzare un filmato artistico avente tema centrale le motociclette.

In Italia entra in contatto col mondo della protesta operaia di sinistra degli anni ’70, si trova ad affrontare la difficoltosa suocera e famiglia del fidanzato e, infine, scoperto il tradimento di quest’ultimo, scappa con il custode della villa dei Valera trovandosi, tramite lui, immersa, nel mondo della lotta armata di sinistra.
La ritroviamo poi di nuovo, sul finale del libro, negli Stati Uniti, accompagnata dal miglior amico di Sandro, forse di questi infatuata, in un finale privo di una vera conclusione.


Recensione
Questo libro, acclamato dalla critica e finalista del Man Booker Prize nel 2013, è stato definito da Franzen come il miglior romanzo da lui letto nel 2013 e commentato da Repubblica come “Il grande romanzo sugli anni 70 in Italia lo ha scritto un’americana”.
Ero stata inizialmente attirata proprio dal commento di Franzen (che adoro) e da quello di Repubblica e premetto che, un paio di mesi fa, ho letto il suo primo romanzo “Telex da Cuba” che non mi aveva onestamente entusiasmato.
Innanzitutto, mi permetto di criticare l’opinione di Repubblica: non l’ho trovata calzante.
La Kushner, infatti, dedica ai fatti accaduti in Italia, solo un paio di capitoli e, oltretutto, poche di queste pagine si occupano degli attentati di sinistra, le BR (qui solo accennate) e della situazione politica dell’Italia di quel periodo storico. L’autrice ne fa solo (e forse volutamente) un accenno che, a me personalmente, è parso un semplice volano per dare struttura alla storia, altrimenti priva di sostanza.
Non vorrei essere troppo lapidaria nel definirlo un romanzo privo di una vera trama ma, come tale, l’ho vissuto. Avrei personalmente dato una bella sforbiciata alle 548 pagine riducendolo ad un centinaio in meno: mi sarei dilungata meno su certi capitoli non strutturali e un po’ troppo di contorno e, forse, avrei introdotto qualche emozione in più.
Anche se devo riconoscere che la qualità della scrittura è alta e che, qui, la Kushner fa sfoggio della sua capacità dialettica e della sua grande dote di scrittrice graffiante, pungente e smaccatamente intelligente, avrei forse mantenuto un profilo più basso dal punto di vista stilistico per far prevalere un po’di più la trama.
Vi do qualche assaggio:

Le persone difficili da amare sono una sfida, e la sfida le rende più facili da amare. Sei invogliato ad amarle. Le persone che non hanno difficoltà a procurarsi amore non lo desiderano davvero.

Seduto di fronte al caffè, Lonzi disse che in futuro le donne sarebbero state ridotte alla loro parte essenziale, una cosa che gli uomini avrebbero potuto portare in tasca…Le donne sarebbero state fighe da tasca, aveva detto Lonzi. L’ideale nella battaglia, per un esemplare soldato di fanteria. Infine, trasportabile, da infilare nello zaino, silenziosa. Puoi prenderti una pausa dal mitragliare, infilartela sul pene, amarla totalmente, senza che dica una parola.

E quest’ultima ve la lascio come provocazione delle Kushner che mi è moto piaciuta e che, naturalmente, è da contestualizzare leggendo da voi il romanzo.
Insomma, per farla breve, mi tocca giudicarlo come un romanzo difficile, stilisticamente a volte troppo sopra le righe, un po’ privo di sostanza nella trama (qualche svolta e curva cieca poteva aiutare a tenere alta l’attenzione e la curiosità), che non vi posso sconsigliare per la caratura della scrittrice, ma che non dovete considerare come totale evasione…ci vuole dell’impegno e della concentrazione.
Inoltre, una nota all’edizione italiana: troppi troppissimi errori di battitura, mi hanno tanto disturbato nella lettura. Fossi stato nella casa editrice avrei fatto un’ulteriore revisione…

Titolo italiano: I Lanciafiamme
Titolo originale: The Flamethrowers
Autore: Rachel Kushner
Editore: Ponte alle Grazie
Anno di pubblicazione: 2013


Voto

6.5/10

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