domenica 19 agosto 2018

IL PESO DELLA FARFALLA di Erri de Luca

L'ho scovato in una vecchia credenza, tutto impolverato e abbandonato. Mi guardava e l'ho preso.
Avevo tutt'altre letture per la testa ma mi ha chiamata, attratta, rincorsa e sedotta.

Così l'ho letto.
Ignara.

Una farfalla bianca sta sul corno del re dei camosci, un fucile sta a tracolla del vecchio cacciatore di montagna. Li attende un duello differito negli anni. Più che la loro sorte, qui si decide la verità di due esistenze opposte.
Non avevo mai letto nulla di Erri De Luca.
E ora me ne rammarico.
Non è stata una lettura facile, lo ammetto, non una di quelle scorrevoli che si legge d'un fiato. Ho dovuto fermarmi diverse volte a riflettere, tornare indietro, rileggere con attenzione, trovare il significato recondito nelle frasi, leggere tra le righe.
Ci vuole una grande attenzione per leggere questo libretto di 70 paginette. Poche ma così intense, così vive. Le parole escono dalla pagina e ti prendono a pugni in faccia.


Questa è la storia del cacciatore che insegue la preda, la insegue grato e ammirato, la insegue con rispetto e la insegue per farne un trofeo: la carne di un animale anziano è inservibile.
E voi vi chiederete: cosa c'è di rispettoso in questo? Come possono i cacciatori affermare di amare gli animali?
Eppure è vero: io, in una famiglia di cacciatori ci sono nata (e sono vegetariana per scelta, da ben più della metà della mia vita) e quante discussioni ho intavolato e quante volte mi sono arrabbiata quando mi dicevano che un cacciatore ama la preda che caccia...non l'ho mai capito, non l'ho mai voluto capire.
Eppure questo libro mi ha dato una visione diversa della cosa.
Il Re dei camosci insegue e viene inseguito. Lui domina ma alla fine cade sotto lo sparo del cacciatore. E il cacciatore muore sotto il peso del camoscio, portandoselo via, intero, così come è caduto:


Li trovò un boscaiolo in primavera, uno sull'altro, dopo un inverno di neve gigantesca. Erano incastrati da poterli separare solo con l'accetta. Li seppellì insieme. Sul corno sinistro del camoscio era stampata a ghiaccio una farfalla bianca.

Il cacciatore (bracconiere) descritto in questo libro è un solitario, vive nei boschi e scende in paese per recuperare provviste solo una volta al mese, ha contatti sporadici con l'umanità e va a caccia di camosci, non più di stambecchi, non più di orsi, solo camosci. E' alla ricerca del Re dei Camosci.
E' il suo unico scopo di vita.
Non ha più nemmeno una donna, nonostante ne senta la mancanza, nonostante si senta mancante per il fatto di non averla:


Un uomo che non frequenta donne dimentica che hanno di superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no. Davanti a lei si trova incalzato. Se era un guardacaccia se la sbrigava. Ma una donna è quel filo di ragno steso in un passaggio, che si attacca ai panni e si fa portare. Gli aveva messo addosso i suoi pensieri e non se li scrollava.
Un uomo che non frequenta donne è un uomo senza. Non è un uomo e basta, nient'altro da aggiungere. E' un uomo senza. Può dimenticarselo, ma quando si ritrova davanti, lo sa di nuovo.

Erri De Luca scrive meravigliosamente.
Ho messo tutto quanto ha scritto nella lista delle letture per il futuro.
E'una scrittura oltre...

Titolo italiano: Il peso della farfalla
Autore: Erri de Luca
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2009

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