mercoledì 31 marzo 2021

LA RAGAZZA CON LA LEICA di Helena Janeczek

Sinossi
Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l'amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l'irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt'altro motivo, a dare l'avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.

Recensione
Gerda Pohorylle, in arte Gerda Taro, è una ragazza intelligente, spregiudicata, bella, senza peli sulla lingua. Ebraica tedesca, alla ricerca di nuove esperienze, vive prima a Lipsia, poi a Berlino e infine a Parigi. Parte poi, insieme a Robert Capa, col quale è legata sentimentalmente e che le ha insegnato ad usare la Leica, verso la Spagna per documentare la guerra appena iniziata. Qui, muore sul campo di battaglia nel 1937.

Ho approcciato questo romanzo pensandolo come una biografia, nella convinzione che avrei trovato un racconto in prima persona, invece la Janeczek sceglie di raccontarci Gerda attraverso la storia di tre personaggi strettamente legati a lei per diversi motivi.

Il primo testimone della vita di Gerda è il dottor Willy Chardack, ebreo tedesco come Gerda e anch'esso rifugiato a Parigi dopo la salita al potere di Hitler.
Poi emigrato negli Stati Uniti dopo la fine della guerra. È proprio qui, in un quartiere di Buffalo che, durante una passeggiata, si imbatte nell'apparizione di una giovane donna così elegante e di classe da ricordargli incredibilmente Gerda con la quale ebbe una fugace relazione e dalla quale venne ben presto abbandonato per altri pretendenti.
La seconda voce narrante è quella di Ruth Cerf, ex modella, amica e compagna di avventure di Gerda durante la sua esperienza parigina. L'amica Ruth ricorda Gerda con grande affetto e, forse, a volte, con un po' di invidia per la luminosità e il genio che Gerda sprigiona e ci regala momenti intimi della protagonista, scorci su una sua giovinezza che ci permette di percepirla anche come semplice donna: è forse in questa parte del romanzo che Gerda si rivela anche come una figura terrena con i suoi dolori e le sue delusioni e non solo come una figura mitica.
L'ultimo testimone della vita di Gerda è Georg Kuritzkes, ex fidanzato di Gerda che con lei ha condiviso gli anni più fulgidi della gioventù e le prime importanti esperienze di vita, politiche e, appunto, sentimentali.
È la voce di un uomo affranto dal dolore per la perdita di questa giovane donna. Egli ricorda con grande passione e nostalgia sia gli anni passati con lei nella veste di compagno, sia quelli successivi, in cui Gerda sta già guardando oltre e amando un altro uomo, Robert Capa, il grande assente tra le voci narranti, a mio avviso.

La decisione della Janeczek di raccontare Gerda attraverso queste voci narranti è davvero coraggiosa. Personalmente l'ho trovata difficile da capire. 
La protagonista infatti risulta velata, filtrata: è un po' come assistere ad uno spettacolo teatrale che si svolge dietro un telo bianco di tulle. Si vedono i movimenti dei personaggi, se ne sentono le voci ma il personaggio cardine non buca mai la scena, e questo mi è molto mancato nel libro.
Sicuramente la scrittura della Janeczek è importante, raffinata e molto ricercata. È un'arte.
A volte l'avrei desiderata un po' più alleggerita e lineare a favore di una lettura fluente e meno macchinosa. 

Mi sono chiesta più volte durante la lettura se posso definire questo romanzo come una delusione e, onestamente, non riesco a darmi una risposta. Non sono tanto delusa dal romanzo, quanto dalla mia incapacità di capirlo e percepirlo fino in fondo. 
L'ho rincorso, l'ho persino lasciato riposare qualche giorno, ho riletto, ho meditato ma, purtroppo, non sono riuscita a farlo mio. 
Merita sicuramente una seconda occasione...


Titolo: La ragazza con la Leica
Autore: Helena Janeczeck
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2017


Voto

6.5/10

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