venerdì 16 settembre 2022

L'ANGELO DI MARCHMONT HALL di Lucinda Riley

Ormai sono un'affezionata lettrice: dopo tutta la saga de Le sette sorelle, La stanza delle farfalle e Delitti a Fleat House eccomi qui a raccontarvi L'angelo di Marchmont Hall che ho finito proprio oggi e che, come i suoi altri due autoconclusivi, mi ha convinto decisamente di più rispetto alla più famosa saga della quale, apprezzo comunque l'idea e la costruzione perché è sicuramente avvincente ed appassiona il lettore, meno i contenuti un po' troppo scontati e ripetitivi.
La Riley, a mio parere, è la maga dei salti temporali ma soprattutto, è la maga della lettura scorrevole, ricca di discorsi diretti che fanno calare tantissimo il lettore nella storia.

Questo romanzo, che è una sorta di saga famigliare al femminile dove c'è un grande uomo, buono e intelligente (David), si muove attraverso tre generazioni di donne: Greta, giovane ed avvenente fanciulla che si arrabatta a lavorare in una sorta di night club anni 50 e che viene abbandonata dall'affascinante yenkee che, scoperto il suo lavoro non troppo nobile, se ne torna in America lasciandola nel vecchio continente. Scoperta l'imminente gravidanza, Greta, accetta l'aiuto offertole da David, amico e collega da sempre innamorato di lei, e si rifugia a Marchmont Hall, tenuta di famiglia di proprietà della mamma di Davide, LJ. Qui i destini delle due famiglie si intrecciano e, dopo la nascita dei due figli gemelli, gli eventi si succedono velocemente: Cheska sopravvive al fratello e, sin da piccolissima, intreprende la carriera di attrice bambina.
Sarà la perdita dell'amato gemello e, probabilmente, l'ambiente e lo stile di vita sotto i riflettori al quale la madre, per un suo tornaconto ed un suo sogno, la da in pasto, a renderla la giovane donna instabile e psicologicamente fragile che muoverà le fila di tutto il romanzo.
L'ultimo anello della catena è Ava, la figlia di Cheska, ragazza equilibrata e concreta, con la testa sulle spalle, decisamente l'opposto della madre. 
Sono tanti i colpi di scena di questa storia che non è affatto un romanzo rosa, anche se di amori, qui dentro, se ne trovano davvero tanti: non è solo l'amore romantico quello che ci racconta la Riley, bensì l'amore quasi ossessivo di una madre (Greta) per una figlia (Cheska), l'amore di una bimba (Ava, la figlia di Cheska) per la donna che l'ha allevata, con la quale non ha nessun legame di sangue e l'amore tra due fratellini divisi prematuramente dal destino.
Se, da un lato, ho odiato Cheska per il suo essere spregevole, distruttiva, instabile, dall'altro sono riuscita a capirla: è stata plasmata dalla madre che la voleva perfetta. E in questo suo delirio di onnipotenza, alla ricerca della fama e del denaro, ha distrutto una figlia, probabilmente già instabile di carattere. Greta ha tentato di costruire una bambola-bambina, ambiva al successo e alla fama e il suo egoismo non ha fatto altro che comprimere la figlia su sé stessa, facendola pian piano implodere.
È il classico caso in cui il genitore è la rovina del figlio. Perciò, anche se la Riley assolve al 100% Greta (che, pure, ne passa davvero molte) e le regala, addirittura, un bel lieto fine, io non ci sto e la bacchetto fino alla fine...
Un bel romanzo che si legge davvero d'un fiato, complice lo stile della Riley che arriva davvero a tutti e che ti riporta sempre sulla pagina, anche se sei stanco, stressato e pensieroso e che ha il pregio di non essere scontato né banale.
Probabilmente, meno alla ricerca del grande pubblico e del super best Seller da milioni di copie, la Riley ha saputo dare il suo meglio in queste pagine.


Titolo italiano: L'angelo di Marchmont Hall 
Titolo originale: The Angel Tree
Autore: Lucinda Riley 
Editore: Giunti
Anno di pubblicazione: 2015

Voto
8.5/10

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