mercoledì 28 settembre 2022

FIORE DI ROCCIA di Ilaria Tuti

Carissima Ilaria
Ti scrivo per due motivi: il primo è che ti devo dire GRAZIE, GRAZIE E ANCORA GRAZIE per questo libro meraviglioso, sicuramente uno dei più belli letti nell'ultimo decennio. Un libro che mi ha commossa e appassionata e che ho letteralmente divorato.
Il secondo motivo è che mi devo scusare per non averti capita (forse perfino un po' snobbata) quando ho letto Fiori sopra l'inferno. Non sono stata in grado di cogliere appieno il tuo valore come scrittrice. Ammetto che il thriller non è esattamente il mio genere letterario preferito, al contrario di Fiore di Roccia che mi va cucito addosso alla perfezione come un abito di sartoria.

Siamo sulle Alpi Carniche, più precisamente sul Pal Piccolo, al confine con l'Austria e qui, la terribile e feroce Guerra Bianca si combatte senza tregua. Uomini in alta quota scavano trincee, si lanciano bombe a mano, si affrontano con la baionetta in resta e si scrutano da lontano: sono giovani uomini (che ora definiremmo ragazzini) che sono stati messi lì a combattersi e uccidersi brutalmente, in nome di una patria e di una causa nella quale, probabilmente, nemmeno credono. Un obbligo, un dovere morale ma soprattutto tanta paura della punizione in caso di diserzione e di infedeltà alla patria.
Ma non combattono solo col nemico: combattono con la fame, il gelo, i geloni ai piedi, le ferite infette e con la solitudine.
In questo contesto l'esercito italiano, lassù in vetta, si avvale delle Portatrici, gruppi di donne che, gerle in spalla, vanno a dare man forte ai soldati, portando lassù, tra le cime, non solo munizioni, ma anche lettere dai parenti e dagli affetti, uniformi pulite e un pochino di serenità e gioia. Un tocco femminile in un deserto di ghiaccio freddo e bianco a macchie rosse.
Agata è una di queste portatrici: nel paese, a valle, l'aspetta solo un padre allettato e molto malato. Non ha più nessuno Agata, non ha marito né figli. È sola e non si aspetta più di tanto dalla vita.
Ma il destino l'ha chiamata a diventare parte della Storia e lassù, tra le vette, trova amici (il dottor Janes e il Capitano), trova compagne di viaggio e trova tanta dignità e valore.
Ma si sa, la vita è imprevedibile e il destino di ognuno di noi è sempre più incredibile di quanto ce lo aspettiamo. Ed è proprio in questo modo, nella maniera più accidentale e improbabile, che Agata incontra l'amore della sua vita, che ha la faccia e veste i panni del nemico.

In questo romanzo ho trovato descrizioni vividissime delle mie Alpi, delle mie montagne: paesaggi e sensazioni sono quelli della mia infanzia e adolescenza. Quelli di casa mia, come continuo a definirla, nonostante sia altrove da molti anni.
Ho risentito il freddo cristallino dei -15 gradi, il vento che ti sferza la faccia e ti spacca le labbra. Durante la lettura ho visto nitidissimamente quelle cime che, al mattino, si immergono tra le nubi cariche di neve e poi, all'improvviso, quando meno ce lo si aspetta, si rivelano nel loro maestoso splendore. 
Ho camminato con Agata e le sue compagne su quei sentieri impervi, dolorosi e magnifici.
Con loro ho sofferto e sperato.
Ho amato tantissimo sia i personaggi che la Tuti ha creato, che il bellissimo tema storico, alla riscoperta di eventi (quelli delle Portatrici) poco noti. Anche in questo romanzo, al centro, c'è la donna e la sua importanza storica e sociale, così come la sua intelligenza, abilità, coraggio e ardore, senza, però, dimenticare dei bei personaggi maschili ai quali ci si affeziona.
C'è poi la scrittura della Tuti che, nel suo essere coincisa e priva di arzigogoli va dritta al punto senza scordare di essere poetica ed emozionante.
Mi sono commossa e ho pianto, rimasta col fiato in sospeso, sognato...un libro unico e irripetibile, meraviglioso, che consiglio davvero col cuore.


Titolo: Fiore di roccia
Autore: Ilaria Tuti 
Anno di prima pubblicazione: 2020
Casa editrice: Longanesi

Voto
10/10


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