domenica 3 giugno 2018

I RIFUGIATI di Viet Thanh Nguyen

I Rifugiati è una raccolta di racconti con tema comune: rifugiati vietnamiti negli Stati Uniti che qui cercano nuove identità, nuove vite e nuove storie nella speranza di relegare nell'oblio la guerra e la storia di un paese così martoriato e bistrattato che, indipendentemente dall'esito della guerra e dalla fazione al comando, si è ritrovato sconfitto e distrutto.
Sono racconti estremamente diversi tra loro che lo scrittore ha dedicato ai rifugiati sparsi in tutto il mondo o forse, e più in senso lato, a tutti gli immigrati ed emigranti, a tutti coloro che hanno rinunciato, per imposizione di qualsivoglia natura (guerra, fame, insicurezza, repressione o altro) alla propria terra sperando nell'accoglienza di un'altra.

Recensione
Ho letto questo libro sull'onda de "Il Simpatizzante", il primo romanzo di questo autore di grande talento.
Sono due libri completamente diversi, sia per la loro natura (il primo è un romanzo, questo è una raccolta di racconti) che per il tono della scrittura. 
Ma entrambi da leggere assolutamente!
I Rifugiati è un libro che mi sta molto a cuore per il tema (centrale nella mia vita: all'emigrazione devo tutto amori, amicize, geni, genio, gioia e tanto altro) e che, a differenza di quanto mi aspettassi, ho trovato leggero, scorrevole quasi, oserei dire, facile da leggere.
È forse in questo che sta l'intelligenza dell'autore che sa affrontare un tema così importante dal punto di vista sociale e antropologico con una naturalezza disarmante.
I racconti sono tutti incentrati su protagonisti di origini vietnamite che, a causa della guerra, si sono ritrovati costretti a chiedere accoglienza ad un altro paese.
Negli Stati Uniti hanno, però, importato la propria cultura, il cibo, il modo di far crescere i figli, le tradizioni, ma, soprattutto, i dolorosi ricordi di una guerra da ogni punto di vista assurda.
Ed è la dicotomia troppo spesso priva di integrazione tra il "nuovo mondo" e il "vecchio mondo" abbandonato per costrizione che, qui, la fa da padrone.
È un libro critico sia nei contronti degli "accolti" che nei confronti di "coloro che accolgono".

Siamo tutti identici ai loro occhi, intuì Phoung, con un misto di rabbia e vergogna: piccoli, gentili e facili da dimenticare.

Ma anche:

"Ma tu non sei vietnamita" intervenne Carver. "Sei americana".
"Già, ed è un problema a cui sto cercando di porre rimedio".

Ci insegnano l'integrazione come se fosse un valore, un'azione virtuosa che dovremmo insegnare ai nostri figli quando, invece, dovrebbe essere semplicemente una cosa scontata, che va da sé.
Non dovremmo perdere tanto tempo a cercare spasmodicamente le differenze e le divergenze nel tentativo di appianarle: le differenze sono il motore del mondo e non dovrebbero spaventarci.
Io le ho sempre trovate puro stupore e vigore e bellezza luminosa.
In questo libro, invece, l'autore fa volutamente stridere le differenze la tre due culture senza schierarsi: semplicemente, ne prende atto e ce le racconta.
Ci chiede velatamente di abbandonare l'abitudine di utilizzare i termini rifugiato (colui che è scappato dalla propria casa e che, da un'altra parte, ha trovato rifugio) ed emigrante (colui che ha abbandonato la propria patria per andare in cerca di fortuna a casa d'altri) come marchi, marchi che troppo spesso sottolineano solo l'accezione negativa dei due termini.
Siamo persone libere che non dovrebbero essere legate ad un confine immaginario tracciato su un mappamondo.
Siamo diversi ma in fondo uguali nei caratteri fondamentali: tutti abbiamo bisogno di cibo ed acqua per vivere, tutti abbiamo bisogno di ripararci dal freddo, dalla tempesta, dal caldo e dalle calamità naturali, tutti noi viviamo meglio in un atmosfera di pace, ognuno di noi ha bisogno di amore, ma non per tutti questi sono diritti scontati.
Nella roulette della nascita ci hanno precipitati al suolo in formazione sparsa a caso ma, questo, non ci rende, condannati sulla carta, ad essere uomini di serie A o di serie B.
Questo è un libro così velatamente ed argutamente critico da non disturbare e nemmeno da farti indignare ed è la sua capacità di descrivere della guerra dopo la guerra, quando tutti si sono dimenticati del dramma e delle sue conseguenze, quando i giornali hanno smesso di scriverne e i registi di farne film, che lo rende speciale.
Bellissima lettura che mi ha accompagnato in questi miei giorni complessi, ahimè!
Non fatevelo scappare!

Titolo italiano: I Rifugiati
Titolo originale: The Refugees
Autore: Viet Thanah Nguyen
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2017

Voto

8.5/10

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