giovedì 28 gennaio 2021

LA TUA VITA E LA MIA di Majgull Axelsson


Sinossi
Ex giornalista di successo e vedova solitaria nella sua amata Stoccolma, Märit si trova costretta a tornare a Norrköping, nella casa d’infanzia di cui non sente nostalgia, per festeggiare insieme al suo gemello Jonas il settantesimo compleanno. Un impulso irresistibile durante il viaggio in treno la spinge a scendere a Lund, dove non mette piede da cinquant’anni, e a cercare la tomba dei «malati» di Vipeholm, il grande manicomio in cui finì suo fratello maggiore Lars. Lars-lo-Svitato, lo Sgorbio, come lo chiamavano tutti: di colpo Märit non può più trattenere i ricordi e le domande rimaste senza risposta fin da quel tragico giorno in cui sua madre morì, quando lei era appena quattordicenne, e il fratellone che era sempre stato con loro venne fatto sparire. Perché Märit non riesce ancora a dimenticare, o addirittura a fingere che niente sia successo come tutti a casa hanno sempre fatto? Cosa accadde veramente in quel lontano 1962, quando lei entrò a Vipeholm e scoprì ciò che vi avveniva, domandandosi chi ne portava davvero la colpa, senza poter opporre altro che rabbia e vendetta al muro di solitudine che separava ogni membro della sua famiglia? 
Recensione
La vita di Märit, la protagonista di questo straordinario romanzo scandinavo, è segnata dalla colpa e gravata da una storia famigliare lugubre, violenta, infelice e priva di serenità.
Anche se, al primo approccio col personaggio, sembra di essere alle prese con una settantenne in gamba e attiva, che ha trovato il suo equilibrio nel ruolo di nonna internazionale ed indipendente, insomma, un personaggio che sembra essere, apparentemente, ordinario e privo di lucentezza, forse anche un po' noioso, continuando nella lettura, veniamo ben presto smentiti:

Pensa alla stufa di maiolica a fiorellini azzurri in città e alle finestre all'inglese al mare. Pensa a Signe, la sua stupenda nipotina, pensa a Elisabeth, la sua intelligentissima figlia, a Jonatan che è il suo sorridente genero, e al loro matrimonio felice, alle loro voci gentili e alla loro ineguagliabile casa indiana in marmo bianco.
Pensa a Leif, tuo marito, e ai tanti anni passati insieme, anni di risate e di profonda serietà. Pensa alle cose buone che hai avuto dalla vita, alle mille benedizioni e ai lunghi viaggi per il mondo. Hai avuto tutto. Ricordatelo. Hai ricevuto tutto.
Esatto, dice l'Altra. Hai avuto tutto. Anche se non ti meritavi niente.

Märit ha un gemello, Jonas, col quale ha un rapporto conflittuale, esattamente il contrario rispetto allo stereotipo di amore assoluto e simbiotico che, pare, ci sia tra tante coppie di gemelli. 
Ma ha anche un altro fratello, Lars, affetto da disturbi cognitivo-comportamentali, il quale viene, in età adolescenziale, dopo la morte della madre, ricoverato in un istituto per "dementi" e dal quale non uscirà più.
E poi c'è l'Altra, la sorella di Märit...
A questo punto vi chiederete: ma perché chiamare Altra una bambina?
Che nome folle é Altra?
Certamente, di follia, nella famiglia di Märit ce n'è da vendere, mentre io non sono così folle da rivelarvi tutti i dettagli di questo romanzo...vi lascio il piacere della lettura e di conoscere, nel dettaglio, tutti i personaggi che popolano questa bellissima storia, anche se straziante da tanti punti di vista.

Questa fantastica scrittrice e giornalista svedese è riuscita a costruire un meraviglioso romanzo famigliare, ricco di personaggi fantasticamente e bizzarramente delineati, attorno ad un argomento sociale importante: l'emarginazione del "diverso", quello poco centrato, quello difficile da controllare, quello scomodo.
Pur se enormi passi avanti si sono fatti in questi ultimi decenni, nella società occidentale, riguardo l'integrazione di bambini e adolescenti affetti da disturbi cognitivo-compertamentali e siamo ben distanti dai metodi e dalle scelte di reclusione in istituti (?) che si facevano negli anni 60/70, l'autrice lascia intendere provocatoriamente, che ancora molto si deve fare e si pone in una posizione fortemente critica nei confronti di colore che tendono ad essere indulgenti riguardo alle colpe passate:

"Si che possiamo guidicare chi è venuto prima di noi", dico a voce sommessa. "Anzi, è nostro dovere, altrimenti tanto varrebbe rivolgere sorrisi indulgenti a tutti i razzisti e i nazisti della storia, ai colonialisti e ai signori della guerra, ai boia e ai torturatori, ai ladri e ai traditori, ai mariti violenti e ai maltrattatori di bambini, a tutti i balordi, grandi e piccoli, che hanno sostenuto la superiorità dell'uomo bianco sulle altre creature... E poi potremmo consolarci affermando che non capivano quello che facevano. Ma la nostra indulgenza non diminuisce la loro colpa. Le condanne rimangono"

Con queste parole, che escono direttamente dalla bocca della protagonista del romanzo, essa stessa si critica e si mette in discussione e lo capiremo alla fine del romanzo: Märit non si è mai perdonata per un reato da lei commesso in gioventù e che l'ha accompagnata per tutta la vita. Porta la colpa in tasca e non riesce ad essere indulgente con sé stessa, nobilitandosi agli occhi del lettore.

Questo è un romanzo che vi abbraccia e che, con continui flashback e una scrittura sublime, mette al centro problemi sociali importanti senza fronzoli e senza buonismi.
Crudo, diretto, tagliente, consigliato veramente a TUTTI.
Un romanzo che definirei IMPORTANTE.
Amatelo...


Titolo italiano: La tua vita e la mia
Titolo originale: Ditt liv och mitt
Autore: Majgull Axelsson
Editore: Iperbores
Anno di pubblicazione: 2019

Voto

10/10

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