giovedì 25 febbraio 2021

LA STAGIONE DELL'OMBRA di Leonora Miano

Sinossi
Siamo nel cuore dell’Africa sub-sahariana, nel villaggio del clan dei Mulongo. Una notte, un incendio lo devasta e dodici giovani uomini scompaiono. Dove sono finiti? Chi è il responsabile? Una delle loro madri, Eyabe, continua a sognare il paese dell’acqua e lascia il villaggio alla ricerca del figlio. Il capo Mukano si mette in viaggio con la sua scorta per chiedere notizie alla regina dei Bwele, il clan vicino con cui i Mulongo intrattengono pacifici scambi commerciali. Anche suo fratello Mutango si allontana, ma perché vuole approfittare della situazione e prendere il comando del clan grazie all’aiuto dei Bwele. Lungo il tragitto, i tre personaggi iniziano a intuire una terribile verità.
Léonora Miano ci descrive un mondo che si regge sul culto dei morti e degli antenati, sui riti di purificazione e d’iniziazione, un mondo fatto di magia e superstizione, in cui il dio sole cambia nome nel corso della giornata segnando lo scorrere del tempo e le donne si aggiustano l’acconciatura prima di andare a dormire per non fare brutti sogni. E proprio a loro sembra affidata l’unica speranza di salvezza: cantare le gesta del popolo Mulongo per tenerne in vita il ricordo.

Recensione
Partiamo subito col dire che avevo grandi aspettative nei confronti di questo romanzo e che sono state totalmente disattese.
Il cuore di questo romanzo è la scomparsa di 12 uomini del clan Mulongo che sono spariti dal villaggio a seguito di un incendio, dopo il quale, un'ombra è rimasta sospesa sopra una delle capanne nella quale si sono rifugiate le madri "i cui figli non sono stati ritrovati".
Il romanzo è una grande metafora che racconta le prime tratte degli schiavi dall'Africa al nuovo continente, come spiega la stessa autrice nei ringraziamenti del libro. Essa infatti basa il romanzo su una ricerca intitolata "La mémoire de la capture" che ha lo scopo di scoprire se in terra subsahariana esiste una memoria della tratta Atlantica.
Peccato che il romanzo sia terribilmente lento e, pur se scritto con linguaggio magistrale, mi ha costretto spesso ad un "cambio di lettura": ho arrancato non poco e ho davvero faticato a finirlo, nonostante il mio estremo interesse riguardo l'argomento centrale del romanzo e il mio amore per questa terra così unica e, ancora, senza pace.
Devo riconoscere, sicuramente, all'autrice una grande capacità di calare il lettore nel "mondo Africa": con le sue descrizioni di personaggi e luoghi assai vivide e prorompenti ti immerge in un mondo fatto di riti tribali, purificazione, stregoni, magie e tamburi...il linguaggio di questa scrittrice è davvero impeccabile.

“Si mordevano le labbra, masticavano erbe medicinali nella speranza di calmarsi, supplicavano i Maloba di liberarli dall’esistenza terrena, tanto era dura quella prova. Li ha visti camminare avanti e indietro, con il sudore che gli colava sulla fronte e le mani strette al ventre, come se fossero loro in travaglio. Li ha visti inorgoglirsi mentre mostravano il neonato ai Mani. Se il bimbo aveva assunto una posizione anomala durante il parto o, peggio, era venuto al mondo senza vita, la levatrice asciugava le lacrime ai padri, placava le loro angosce davanti all’infinita serie di sacrifici da compiere per scongiurare la sorte. È lei a preparare la miscela di erbe da usare quando i genitori del bambino nato morto vengono scarificati. Da quelle parti, portano un simbolo sulla pelle perché la morte possa ricordarsi di avergli già rubato un figlio”.

Purtroppo, nonostante i punti a favore, non posso definirlo propriamente il mio genere dal punto di vista del ritmo...mi sono sentita un pochino affogare, a tratti un po' impantanata. E questo mi ha parecchio disturbata.

Senza dubbio un peccato!


Titolo italiano: La stagione dell'ombra
Titolo originale: La saison de l'ombre
Autore: Leonora Miano
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2019

Voto

5.0/10



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