lunedì 14 marzo 2022

La notte, il sonno, la morte e le stelle di Joyce Carol Oates

Qui siamo al cospetto di una delle scrittrici americane più premiate ed osannate. Riconosciuta a livello internazionale come una pietra miliare della letteratura contemporanea ha scritto di tutto: saggi, romanzi, poesia. Centinaia e centinaia di pagine, milioni di righe, perciò leggerla è, dal mio punto di vista, un atto dovuto.
E perché non cominciare (avevo letto solamente un suo romanzo nel 2020) da questa sua opera fiume, spessa, corposa, dal titolo onirico.
Cominciamo proprio dal titolo: questo è un verso di una poesia di Whitman dal titolo "Limpida mezzanotte" e viene dedicato da Hugo a Jessalyn.

Jessalyn è la madre di 5 figli ed è sposata con Whitey: la loro è una coppia storica, apparentemente indissolubile. Una di quelle coppie fedeli (ma ne siamo proprio sicuri???) dal quale ha origine la classica famiglia americana per bene e benestante. Si potrebbe azzardare la famiglia del Mulino Bianco (è davvero così? O tutti questi baci, abbracci, fratellanza e amore genitoriale non ci sono?).
Alla morte di Whitey, Jessalyn, sessantunenne, si lega sentimentalmente a questo uomo, Hugo, artista, eclettico, il contrario del marito...e i figli non ne sono per nulla felici (perlomeno i figli più vecchi Thom e Beverly, così convinti che Hugo miri al patrimonio ereditato da Jessalyn).
Ma Jessalyn se ne frega dell'opinione dei suoi figli e va avanti per la sua strada, accettando persino un viaggio totalmente all'avventura alle Galapagos (si è forse bevuta il cervello?) con Hugo.
Il romanzo ci svela, di pagina in pagina, i risvolti e i segreti di una famiglia che non è affatto come viene dipinta nei primi capitoli: impeccabile, unita, giusta.
Tutt'altro: i figli di Jessalyn e Whitey sono quanto si più odioso e sconclusionato si possa immaginare.
Thom, il primogenito, è un despota (per non dire stronzo): l'ho veramente odiato durante la lettura. Così pieno di sé: si pensa superiore a tutti ed è convinto di poter risolvere tutti i problemi mettendo mano al portafoglio.
L'unica cosa per cui l'ho apprezzato è per aver capito che la morte di Whitey non è dovuta all'ictus, come hanno tentato di fargli credere, bensì ad un'aggressione della polizia che lo ha colpito ripetutamente con il taser, per punirlo di aver soccorso una ragazzo indiano (scambiato ignorantemente per afroamericano) che era stato fermato e maltrattato ingiustamente da due polizziotti sulla superstrada.
Esce, quindi, il tema del razzismo, così annoso e mai risolto, soprattutto negli Stati Uniti, e degli ingiusti maltrattamenti perpetrati dalle forze dell'ordine ai danni della popolazione afroamericana.
C'è poi Lorene, la terzogenita, nella mia classifica la seconda figlia più odiosa della famiglia McLaren: fa la preside in un liceo ed è un'isterica un po' tiranna, che si causa l'alopecia a forza di strapparsi i capelli (nevrotica è dire poco...). Una di quelle donne sole e infelici, causa della propria infelicità. Infatti sfido chiunque a sopportarla.
Poi c'è Beverly, madre irrisolta, che esce da un matrimonio non riuscito e così poco decisa e trasparente da non riuscire a dire al marito che la loro vita insieme è finita.
Gli ultimi due sono Sophia e Virgil: la prima la assolvo solo perché si redime. Da torturatrice di cavie in un rinomato laboratorio di ricerca, infatti, si trasforma in vegetariana convinta.
Il secondo è la pecora nera della famiglia, artista omosessuale che non ha il coraggio di parlare chiaro né a sé stesso né, tantomeno, ai membri della sua famiglia. E come biasimarlo? I fratelli maggiori potrebbero solo schermirlo e la madre, forse, potrebbe arrivare ad essere preoccupata per lui, ma non di certo serena e felice.
Penso sia l'unico caso di romanzo che giudico bello nonostante abbia odiato tutti, ma proprio tutti, i personaggi (era forse questo l'intento dell'autrice?).
Certamente un libro non classico che la prosa abile della scrittrice rende scorrevole: ci apre una scorcio veritiero su una famiglia americana che diventa il viatico per parlare anche di altri temi, pur se in maniera non approfondita e che ci fa capire come, a volte, sia inevitabile arrendersi e smettere di lottare.
Nonostante la cupezza (già perché non c'è mai uno sprazzo di felicità e di cielo sereno) e il senso di infelicità che mi ha comunicato questo romanzo, sono felice e fiera di averlo letto, proprio per lo spessore di questa immensa autrice, di cui è innegabile il talento.
Una di quelle letture dovute e necessarie che, in una vita, sono da fare.

Titolo italiano: La notte, il sonno, la morte e le stelle
Titolo originale: Night. Sleep. Death. The Stars
Autore: Joyce Carol Oates
Editore: La nave di Teseo
Anno di pubblicazione: 2021

Voto
8.0/10


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