domenica 27 febbraio 2022

L'ACQUA DEL LAGO NON È MAI DOLCE di Giulia Caminito

Sinossi
Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d'acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall'indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subito Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c'è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un'esistenza priva di orizzonti.

Recensione
Ecco che incappo nell'ennesimo romanzo italiano tormentato, seppur bello e al contempo a tratti "faticoso", sia per gli argomenti, sia per lo stile dell'autrice, molto ricercato ma tanto condito da periodi lunghi, elenchi, ripetizione di concetti.
Questa è la storia di una giovane ragazza che cresce in provincia (siamo sul lago di Bracciano, vicino a Roma) e che della provincia assorbe tutto: la maleducazione, il disagio, la lotta per la "sopravvivenza", la necessità di arrabattarsi e di combattere sempre.
È a disagio con sé stessa Gaia, che fin dalla pubertà si trova brutta e sgraziata e che vive con i 3 fratelli, il padre paralizzato dopo aver avuto un incidente sul lavoro e la madre Antonia, in case popolari assegnate alla sua famiglia dal comune.
È povera la famiglia di Gaia, la madre fatica per portare in tavola un piatto caldo e per mantenere, da sola, la famiglia così come numerosa.
Ed è un'educazione molto rigida quella che Antonia impartisce alla figlia che, come reazione, si ribella, non conformandosi alle regole, uscendo dagli schemi imposti dalla madre. Vuole di più Gaia, ma non sa come fare per arrivarci...
Gaia ci prende per mano e ci conduce dentro la sua adolescenza, tra i suoi primi amori e le sue prime esperienze con i ragazzi, tra i dolori e gli screzi con le amiche, tra le feste di paese e i banchi di scuola. 
È un racconto aspro e amaro, dalle tinte autunnali che ci descrive tutto il peso di una vita non spensierata, di una vita in salita sin dall'inizio.
Ciò che mi ha colpita di questo romanzo è, in primis, la scelta dell'autrice di rivelarci il nome della protagonista, Gaia, solo alla fine. 
Per 300 pagine, il nome che spicca, infatti, è quello di Antonia, la mamma di Gaia, personaggio cardine di questo romanzo, dal quale tutto ha origine e nel quale tutto finisce. Una donna dura e tutta d'un pezzo, che fa dell'orgoglio il suo baluardo. E che imprime in Gaia un fortissimo senso del dovere tagliando con l'accetta tutti i fronzoli e il superfluo, quel che lei ritiene un vezzo e un semplice DI PIÙ. 
È la donna all'ombra della quale Gaia cresce, sottoponendosi a questa educazione rigida e rispondendo con un comportamento violento e con azioni illecite. È sicuramente l'ambiente che gira intorno a Gaia che la trascina giù, sul fondo del lago, appunto: nonostante i tentativi dalla madre di renderla una ragazza modello, Gaia si uniforma al contorno e reagisce ai dolori della vita (la perdita tragica di due amiche, gli amori che non funzionano e la tradiscono, la povertà della famiglia d'origine) ribellandosi, rompendo gli schemi, dicendo NO.
Non è stata una lettura facile per me, come vi ho detto all'inizio, forse perché questo senso di struggimento e, a tratti, di soffocamento che mi è giunto mi ha resa insofferente, seppur conscia della bellezza del libro e dello straordinario talento dell'autrice che ci rivela, alla fine, di aver preso spunto da pezzi di vita per plasmare i suoi personaggi e le sue storie.
Ma a volte si ha bisogno di respirare aria pura, ossigeno in circolo e via...


Titolo: L'acqua del lago non è mai dolce
Autore: Giulia Caminito
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2020

Voto
8.0/10

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