martedì 22 novembre 2022

UNA PICCOLA PACE di Mattia Signorini



Sinossi
Nel 1933, poco dopo l’ascesa al potere di Hitler, un padre si mette in viaggio con il figlio, spinto dal desiderio di tornare nei luoghi delle Fiandre che hanno segnato la sua vita. Solo una volta giunto a Ypres, l’ex soldato tedesco è in grado di ripercorrere una storia che, nonostante l’atrocità della guerra, somiglia a una favola a cui bisogna semplicemente affidarsi. Al centro c’è la figura del fuciliere inglese William Turner, orfano di madre, che si è arruolato a inizio dicembre del 1914 con la convinzione che il suo servizio volontario abbia lo scopo di salvare vite, contribuendo a far cessare il conflitto entro poche settimane. La realtà riduce queste illusioni a brandelli, ma, pur stanco di combattere, William Turner si ostina a tenere fede al suo proposito. Sorretto da un coraggio del tutto diverso dall’eroismo, trova al fronte l’amicizia e incontra persino l’amore. Un romanzo potente e commovente, ispirato alla storia vera di due ragazzi che da soli hanno fermato la guerra. Due soldati semplici che su fronti opposti diedero vita alla Tregua di Natale del 1914 fra le truppe inglesi e quelle tedesche, durante la quale i soldati lasciarono le trincee nemiche per festeggiare insieme nella terra di nessuno, riconoscendo gli uni agli altri la comune umanità. Una piccola pace dentro l’orrore della Grande Guerra. Con l’empatia e la delicatezza di chi ha fiducia nei piccoli uomini capaci di grandi gesti, Mattia Signorini ci consegna una narrazione antica come una fiaba, quasi fuori dal tempo, eppure, proprio oggi, sorprendentemente attuale.

Recensione
Ciò che ho maggiormente apprezzato di questo romanzo è il fatto che è ispirato ad un evento storico realmente accaduto e che si parla di pace, di amicizia, di buoni propositi e buone azioni.

William Turner, il protagonista di questo romanzo, infatti, da piccolo, ha perso la madre in un incidente. La morte della madre, che si è sacrificata per proteggere il figlio, lo ha segnato profondamente: il senso di colpa per l'accaduto e per le terribili conseguenze della malattia, lunga e rovinosa, che ha investito la madre dopo il terribile accaduto, ha portato la famiglia alla deriva. E così, William Turner, vuole, in un certo senso, pulirsi, lavarsi via le colpe. E lo fa promettendo al mondo (e, soprattutto, a sè stesso) di compiere azioni buone, portare la pace in guerra, andando controcorrente, salvando il prossimo e anche, se necessario, il "nemico". Si arruola, quindi, figlio di un eroismo e di un sogno e si trova nelle trincee del Belgio (inglesi contro tedeschi) con gli scarponi affondati nel fango, al freddo e al gelo, assalito dai topi e dai pidocchi, alle prese con una realtà completamente diversa da quella che aveva immaginato: mai avrebbe pensato di dover passare ore ed ore a svuotare con i secchi le trincee dal fango. Mai avrebbe pensato che quella pioggia insistente e meschina potesse non finire mai.

Nemmeno la speranza che arriva da due occhi color Mare del Nord, che lo fanno innamorare, salverà William dalla cruda realtà della guerra, con la quale deve decisamente fare i conti: cosa è giusto e cosa è sbagliato? Devo sparare o uccidere è peccato, anche se si tratta del nemico?

Ma è nelle trincee e in un momento difficilissimo che William trova risposte alle sue domande e ai suoi dubbi di coscienza: Martin, un vero amico, altruista, che lo protegge e si fa proteggere, con il quale stringerà un rapporto di amicizia e fratellanza bellissimo e commovente. E così, di giorno in giorno, attraverso la voce di Carl Mülhegg, un soldato tedesco che, dopo vent'anni, ci racconta le vicende di William, arriviamo alla Tregua di Natale del 1914 dove le due truppe nemiche si spingono nella "terra di nessuno", quella striscia di terra tra le due trincee nemiche, per stringersi, abbracciarsi, festeggiare il Natale e, temporaneamente, dimenticarsi della guerra in corso.

Più che un romanzo, questo, è un lungo racconto, che ho trovato ben scritto e scorrevole anche se, a volte, poco incisivo, e non sufficientemente pregno. La vicenda storica scelta per costruire il romanzo ha enorme potenzialità e, proprio per questo, avrei desiderato una marcia in più, qualcosa di più forte e toccante, di indimenticabile. Avrei approfondito meglio il legame tra William e Carl che, come voce narrante a posteriori, a volte, è un pochino slegata dalla storia principale. Ho trovato, inoltre, abbastanza inutile, ai fini della storia, l'inserimento dell'incontro con la ragazza dagli occhi del colore del Mare del Nord: probabilmente un espediente letterario per arrivare all'incontro tra William e Carl ma, dal mio punto di vista, poco riuscito. Se l'autore voleva metterci amore e romanticismo, poteva farlo con più incisività e dando, magari, un respiro più ampio al romanzo.

Un libro che, nel complesso, non mi è affatto dispiaciuto ma che, avendo le potenzialità per essere un grande romanzo storico, rimane un po' superficiale e dotato di troppo poco "sentimento".


Titolo: Una piccola pace
Autore: Mattia Signorini
Anno di prima pubblicazione: 2022
Casa editrice: Feltrinelli


Voto
7.5/10

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