venerdì 28 maggio 2021

BENEDETTO SIA IL PADRE di Rosa Ventrella

Rosa è nata nel quartiere di San Nicola a Bari.
Figlia di un uomo dispotico, violento, inaffidabile, il Padre Padrone dal viso angelico, dotato di una bellezza fuori dagli schemi e quindi detto Faccia d'Angelo ma con l'anima nera nera (gniera gniera in dialetto barese) e di una madre bellissima dai boccoli colore miele, orgogliosa e sottomessa al dispotismo del padre, ha due fratelli: Salvo e Michele. 
Il primo è la fotocopia del padre, il più bello dei fratelli ma anche il più arrogante, duro, maleducato e teppista. Il secondo, invece, è dotato di un animo sensibile, intelligente, pacato e proprio per questo apostrofato dal padre con i peggiori epiteti, come Feminiella. 


Rosa vive un'infanzia ed un'adolescenza segnate dal dolore che solca nel profondo le rughe sul viso della madre, nel terrore delle scenate violente del padre e dei suoi colpi di testa. La vita, già cruda del rione e resa ancora più dura dalla situazione famigliare, sta stretta a Rosa che è alla ricerca di un riscatto, di un destino diverso da quello che è toccato in sorte all'amata madre.
Sembra che l'incontro con Marco, proveniente da una famiglia bene di Bari, il quale studia per rincorrere il sogno di diventare sceneggiatore sia la vera svolta nella sua vita.
Con lui si sposa, si trasferisce a Roma e, qui, i due hanno una figlia, Giulia. 
Ma Rosa nasconde, prima a sé stessa, forse per orgoglio e per il terrore di accettare il fallimento, e poi alla madre, l'infelicità che aleggia sul suo matrimonio. Come uno spettro, l'ombra del matrimonio doloroso, amaro e triste dei suoi genitori insegue Rosa la quale si chiede se i figli sono destinati a ripetere gli errori dei genitori, si chiede perché non è stata in grado di spezzare il cerchio, di uscire da quel turbinio di dolore che, da sempre, la schiaccia.
Sarà solo alla fine del romanzo, con un finale del tutto inaspettato, che Rosa si saprà in parte riscattare e saprà lasciarsi scivolare addosso il dolore.

La scrittura di Rosa Ventrella e la storia che ci racconta, forse in parte autobiografica, sono in grado di calarci nei vicoli della Bari vecchia, in quegli anni, gli anni 60, dove le angherie di un marito violento e scostante non facevano scalpore. Anni in cui era scontato e persino dovuto che una donna, una moglie, dei figli, dovessero sottoporsi, chinando il capo, alla volontà del capo famiglia.
Senza ribellarsi, senza nemmeno chiedersi se fosse giusto o sbagliato. Si doveva subire. Punto, senza se e senza ma.
Sono storie di violenza famigliare che troppo spesso, ancora, sentiamo. 
Storie che la Ventrella urla al mondo come una denuncia, storie date in pasto al lettore, unico spettatore e giudice, unico in grado di assolvere o condannare.
Questo libro lascia un grumo di dolore dentro, difficile da sciogliere, è una spada conficcata in pancia, specie per coloro che, durante la lettura, hanno rivissuto momenti, sensazioni e atmosfere di un passato non abbastanza lontano da poter essere dimenticato.


Titolo: Benedetto sia il padre
Autore: Rosa Ventrella
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2021


Voto

10/10

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