venerdì 7 maggio 2021

L'ISTANTE LARGO di Sara Fruner

Sinossi
«Ho avuto tre madri e non ne ricordo nemmeno una». Macondo, quindici anni, quoziente intellettivo da capogiro, lettore vorace con il mito di Sherlock Holmes e Martin Mystère, una passione inconfessata per la Bea, vuole scoprire che cosa c'è davvero nel suo passato. È una zona buia troppo grande per ignorarla, ma l'amatissima nonna, l'anticonformista artista cilena Rocío Sánchez, che pur conosce ogni verità, è determinata a rivelargliela solo dopo il traguardo dei diciotto anni: nel frattempo custodisce ciò che c'è da custodire dentro una scatola inaccessibile, lassù, sull'ultimo scaffale del suo studio. Animo da detective, e scatola fuori portata, Macondo comincia un'indagine personale, raccogliendo indizi e aneddoti che carpisce dalla tribù di amici di Rocío spesso radunati a casa loro, e dai foglietti che la nonna gli scrive strappandoli da un blocchetto che porta sempre appeso al collo: un intervento alla gola le ha portato via la voce e lei rimedia così, matita alla mano. Macondo scoprirà presto di portare inscritto nel nome ben più del senso di solitudine ispirato dal paese inventato da Gabriel García Márquez: nel suo nome è racchiusa tutta la sua storia. La sua ricerca d'identità diventa allora un cammino sia verso se stesso, sia verso chi lo ha amato, un percorso che lo conduce fino all'Istante largo, soggetto di un quadro della nonna, ma soprattutto epifania di un momento che apre le porte della consapevolezza: la famiglia non è necessariamente una struttura costruita a priori, ma può assumere le forme più diverse, spuntare in situazioni in cui i legami di sangue non ricoprono alcun ruolo, diventare uno spazio immenso per chi ama.

Recensione
Macondo è un ragazzino con QI astronomico che frequenta un liceo per ragazzini super dotati dal punto di vista intellettuale e Rocio è la sua nonna e mamma.
Macondo aveva tre mamme, di cui rimane solo una fotografia sulla mensola del salotto.
Macondo ha un grande amore, Beatrice, compagna di scuola anche lei tormentata per la sua situazione famigliare instabile.
Macondo ha il nome di Macondo, come il paese inventato e mitico di Cent'anni di solitudine, e in onore del libro, appunto.
Rocio ha sangue sudamericano nelle vene: viene dal Cile e si è trasferita in Italia con la zia e lo zio. Parla italiano, spagnolo, inglese (imparato dopo aver trascorso un periodo negli Stati Uniti) e usa queste tre lingue in funzione delle necessità, del carattere che vuole dare a una frase, del cuore.
Scrive messaggi su foglietti (che Macondo chiama scontrini) e quaderni che lascia in giro per casa. Un carcinoma alla gola, infatti, le ha portato via la voce e, quindi, è così che comunica con Macondo.
Rocio è una grande artista, dipinge grandi e meravigliose tele e Macondo ha il permesso di stare ad osservarla mentre dipinge per tre ore la settimana.
C'è una scatola su una mensola che racchiude il segreto delle tre madri di Macondo: chi è la madre biologica? Che fine hanno fatto le tre fanciulle che lo tengono in braccio contemporaneamente in una foto di lui appena nato? E perché Rocio ha detto a Macondo che gli sarà permesso di aprire la scatola solo al raggiungimento della maggiore età?
Questa volontà ferrea di Rocio nel proteggere Macondo dalla verità prelude un passato scomodo, crudele, triste, che non è stato magnanimo, privando il protagonista di tutte le sue mamme.

Il passato non si contiene.
E' ovunque, e sempre, come l'aria. Vive dentro e fuori di noi, nei nostri passi, nei nostri gesti. E respira nelle persone che ci aiutano a fare di noi quello che dobbiamo diventare.

Ho questo pensiero in testa, e un libro pronto in tasca.
Un po' inventato. Dopotutto, sono uno scrittore.
Il passato non si contiene.
Ma le scatole fanno gola a tutti.
L'istante largo è questo, nonna.
Entro.

Questo meraviglioso romanzo di Sara Fruner (che spero continui a scrivere, a scrivere e a scrivere...) è estremamente commovente, pregno di amore, emozionale ed emozionante. 
La scrittrice, pur se scrive in prima persona e la voce narrante è sempre quella di Macondo, riesce a dare voce ai tanti personaggi che popolano questo romanzo dal carattere sudamericano attraverso lettere, email racconti scritti su quaderni, biglietti e messaggi lasciati a Macondo, il quale avrà il compito di ricostruire il suo passato, la sua infanzia e il passato delle sue tre madri e della nonna Rocio.
Questo libro è un inno alla maternità che fa dell'amicizia e della solidarietà tra donne il perno di tutto. 
Come dice Macondo proprio all'inizio del libro, infatti:

Non ricordo tutto per filo e per segno, ma il succo era che si poteva diventare madri anche senza partorire. Che l'amore non c'entrava niente con la biologia. Che la madre era la donna che ti cresceva, ti puliva il naso e ti dava la buonanotte. E che io ne avevo avute tre perché tre donne mi avevano cresciuto, mi avevano pulito il naso e mi avevano dato la buonanotte.

In realtà, dal mio punto di vista, la vera protagonista del romanzo è la perdita, insensata, crudele, ingiusta. 
Perdite che si concatenano ad altre perdite, perdite a cui qualcuno non è stato in grado di sopravvivere e a cui altri si sono ribellati, hanno reagito, trovando la forza per andare avanti e crescere un piccolo, indifeso, senza più punti di riferimento al mondo.
Perdite che hanno reso Macondo orfano anche se non lo hanno reso solo al mondo, perché circondato dalla tribù degli amici di Rocio e cresciuto amorevolmente da questa nonna, che poi nonna non è, dal punto di vista biologico.
Questo è un libro adatto a tutte le età, pur se i temi affrontati sono complessi e la realtà descritta, a volte, è impietosa, l'autrice lo fa in una maniera così aggraziata e delicata da rendere il romanzo alla portata di tutti, anche i più giovani.

Un libro speciale, dagli echi e i colori magici, insieme spirituale e comico, sentimentale e profondo ma, allo stesso tempo leggero, come una nuvola...
Poesia.

E poi, come ha scritto nonna Rocio in uno scontrino, ci sono tutti quelli che fanno quello che possono.
Il mondo è fatto di persone che fanno quello che possono.
E loro, in qualche modo, sono arte.


Titolo: L'istante largo
Autore: Sara Fruner
Editore: Bollati Boringhieri
Anno di pubblicazione: 2020


Voto

10/10




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