giovedì 21 ottobre 2021

LA PRINCIPESSA SPOSA di William Goldman

Sinossi
Un celebre sceneggiatore cerca disperatamente una copia del romanzo chiave della propria infanzia. Vorrebbe regalarlo al figlio annoiato, sperando che il prodigio si ripeta. Quando l'agguanta, si rende conto che molti capitoli noiosi erano stati tagliati dalla sapiente lettura ad alta voce del padre. Decide di riscriverlo. Togliere lungaggini e divagazioni. Rendere scintillante la "parte buona". La magia si realizza. Il risultato è straordinario. Si parte da una cotta clamorosa, un amore eterno tra un garzone di stalla e la sua splendida padrona, che sembra naufragare a causa di una disgrazia marittima. C'è poi il di lei fidanzamento con un principe freddo e calcolatore. Poi c'è un rapimento, un lungo inseguimento, molte sfide: il ritmo cresce, l'atmosfera si arroventa. Il trucco della riscrittura - arricchito da brillanti "fuori campo" dell'autore - l'incanto di personaggi teneri o diabolici, i dialoghi perfetti, fanno crescere il romanzo a livelli stellari. Disfide, cimenti, odio e veleni, certo. Ma anche vera passione, musica, nostalgia. Si corre a trecento all'ora su un terreno tutto nuovo che abbraccia classico e stramoderno, fiabesco e farsesco, ironico e romantico. 

Recensione
Sono l'unica quasi quarantenne a non aver visto il film tratto da questo libro ma, soprattutto, a non essere consapevole della sua esistenza?
Pare di sì...pare proprio che la mia infinita ignoranza dal punto di vista cinefilo abbia, ancora una volta, colpito nel segno...
Mentre il libro...quello languiva li a causa del mio infinito terrore di approcciarmi ad una lettura tanto osannata e ammirata ma che avevo il sospetto che non avrebbe fatto al 100% per me.
Eh sì, perché lo ammetto: non amo il fantasy che spesso trovo noioso, e nemmeno più le favole, a causa della mia spiccata disillusione...ho perso un po' per strada la bambina che c'è in me e il non essermi coltivata, in questi ultimi anni, diciamo la verità, non mi ha giovato.
Avevo paura ad affrontare questa lettura e, ora che sono giunta alla fine, con il senno di poi, facevo bene ad averne: mi ha spiazzata, a volte innervosita e altre volte conquistata. Arrivo perciò da un turbinio di emozioni ed impressioni che trovo difficile descrivere.

Cominciamo dal principio. 
Goldman vuole regalare al figlio, in occasione del suo compleanno, il suo libro preferito: La principessa sposa, appunto.
Certo che lui lo avrebbe amato, lo cerca in tutte le librerie di New York e, una volta trovato, lo fa spedire a casa.
Ma il figlio confessa, poi, al padre, di essersi fermato al primo capitolo perché, nella versione originale del libro, si è trovato ad affrontare pagine e pagine di inutili e lunghissime e noiosissime divagazioni e descrizioni...dettagli che Goldman non aveva mai dovuto "subire" quando il padre gli lesse il libro anni prima.
Ed è così che Goldman apprende che il padre aveva applicato doverosi e intelligenti tagli alla versione originale dell'opera, in modo da renderla più fruibile e leggera. 
Espediente che lui stesso applica nel libro riportando il "succo" del libro di Morgensten (autore di fantasia), inframmezzato da suoi commenti e incursioni resi palesi dal testo in corsivo.
Ci sono, quindi, due voci che si intervallano: quella ufficiale che racconta la storia di Buttercup e Westley e di tutte le loro peripezie e il narratore esterno Goldman che si insinua per dire la sua e specificare che tagli ha apportato alla storia per renderla più scorrevole.
Questo è un espediente letterario davvero insolito, così come ho trovato insolita e geniale la scelta di fingere il taglio del libro dentro il libro.
In buona sostanza tutto ruota attorno alla bella Buttercup e al garzone Westley che, partito per l'America in cerca di fortuna, torna poi a riprendersi la sua bella, già promessa sposa al principe Humperdinck, mettendosi all'inseguimento dei tre rapitori di Buttercup: Inigo, Fezzik e Vizzini.
Westley vince Inigo con la spada, Fezzik con la forza e Vizzini con l'intelletto e libera la principessa, salvo poi essere catturato e imprigionato dai fedelissimi del principe, ucciso e poi resuscitato da Max Miracolo.
Questo romanzo è un insieme di generi che vanno dal tragicomico al fantasy alla favola, una favola non obbligatoriamente a lieto fine, una favola dove l'amore non per forza vince su tutto e dove la storia d'amore tra Buttercup e Westley, a me, è parsa marginale.
Devo ammettere che mi sono un po' arenata nella parte centrale, dove l'autore approfondisce le vite di Inigo, Fezzik e Vizzini, i tre rapitori di Buttercup, è una parte che mi ha un pochino annoiata, l'ho trovata un pochino prolissa.
Per il resto, pur trovando geniali certe trovate di Goldman e ammettendo che il romanzo non è per nulla scontato, anzi, è sicuramente unico nel suo genere (o meglio, nel suo "non genere") credo di non essere entrata del tutto in empatia con il libro. 
Troppe critiche osannanti lette prima di affrontarne la lettura? 
Troppo grandi le aspettative? 
O forse, semplicemente, mia limitatezza mentale e sentimentale?
Forse tutte e tre le cose insieme. Fatto sta che, Buttercup, questa aspirante principessa un po' tonta, mi ha sicuramente divertita ma, al contempo, anche un po' innervosita.
I tre rapitori - poi salvatori (anche se in questa fase sono rimasti in due) - sono i personaggi forse centrali della storia e mi è parso che oscurassero un po' troppo il resto.
E la commistione di tutti questi generi letterari è stata, per me, un po' tanto fuorviante e causa di distrazione nella lettura.
Con questo non voglio dire che non lo rileggerei, anzi, credo sia uno di quei libri DA LEGGERE, come è da prendere un buon multivitaminico durante il cambio di stagione, ma preso con il mood e l'atteggiamento giusti.

Titolo italiano: La principessa sposa
Titolo originale: The Princesse Bride
Autore: William Goldman
Editore: Marcos y Marcos
Anno di pubblicazione: 2007

Voto
8.0/10


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