domenica 12 settembre 2021

CERCANDO IL MIO NOME di Carmen Barbieri

Sinossi
Anna e suo padre sono “due pupi mossi dalla stessa coppia di aste di metallo”, i fili che li legano sembrano destinati a non spezzarsi mai. Ma non può essere così – non è mai così – e a diciannove anni, dopo una malattia che brucia il tempo, Anna perde il padre. Il rispecchiamento in lui è così forte che Anna, perdendolo, perde sé stessa, si confonde, senza il suo sguardo è come se fosse diventata niente, e avesse bisogno di altri occhi per riconoscersi e conoscersi. L’attraversamento del lutto diventa perciò, necessariamente, ricerca di sé, passando per la scarnificazione del corpo, il suo oltraggio. Trasferitasi da Napoli a Roma, Anna si ritrova a doversi mantenere – la madre non può aiutarla nelle spese né lei vuole gravare –, così si indirizza a un prete grazie al quale la sua coinquilina ha trovato lavoro come ragazza delle pulizie. Il prete però la vede bella e le propone un lavoro meglio pagato, in un night club. Anna è turbata, pensa di rifiutare ma poi accetta, e c’è repulsione e attrazione nel suo sì. Mescolato al racconto delle notti in cui si trasforma in Bube, con i muscoli tesi attorno al palo della lap dance, riemerge il passato, riemergono i vicoli e i bassi di Napoli, l’infanzia delle veglie con la nonna, i pomeriggi a fare i compiti con i gemelli Alfredo e Cristina, e soprattutto il padre, la malattia che scompiglia tutto, la possibilità di esistere nonostante la morte.

Recensione
Mai recensione è stata più sofferta e travagliata, per me. Perché questo romanzo d'esordio di Carmen Barbieri mi ha lasciata ammutolita in diverse circostanze, a volte mi ha innervosita per la sua poca fluidità, altre mi ha commossa per il suo contenuto.
Cominciamo col dire che questa è la grande storia d'amore tra Anna, una giovane ragazza al primo anno di università e il padre, che il cancro si è portato via nel giro di pochi mesi.
Anna, figlia unica, vive a Napoli con il padre e la madre. Il padre, agente di commercio, scopre improvvisamente, a causa di un neo sanguinante, che il cancro si sta diffondendo velocemente nel suo corpo e si rassegna ad avere poco tempo su questa terra. Desidera, però, che la figlia vada a studiare a Roma, nonostante il costo di un trasferimento di Anna nella capitale.
La morte del padre, oltre a lasciare in Anna un vuoto incolmabile, lascia problemi finanziari importanti in famiglia: e così Anna si rivolge ad un prete, chiedendo di trovarle lavoro come donna delle pulizie, mentre questo la indirizza in un night club, con la promessa di facili guadagni.
La vita notturna di Anna e quella sentimentale non proprio idilliaca e felice (Anna si lega ad un giovane insegnante universitario che dire irritante, subdolo, approfittatore e meschino è poco), fanno si che la giovane ragazza si trovi persa in una Roma che non le calza per nulla, in un corpo che lei sente squallido e in una vita che non è più la sua da quando ha perso il padre.
Il romanzo è tutto un alternarsi tra il racconto della vita presente di Anna a Roma e quella felice e luminosa vissuta col padre. Anche le parti più dolorose, quelle relative alla malattia, sono descritte con grande maestria e sentimentalismo e, ammetto di aver "accettato" e "accolto" questo libro proprio per le parti dedicate al padre.
Senza di queste, pur se dolorose e strazianti, il resto mi sarebbe rimasto un po' indigesto.
Perché, se è vero che la scrittura di Carmen Barbieri è molto ricercata e di alto livello, ho avuto la sensazione che l'eccessiva ricercatezza nella scrittura abbia penalizzato la trama, e questo spesso mi ha fatto arrancare.
Non so se sia stato il continuo salto temporale tra un capitolo e l'altro, andando di volta in volta ad illuminare sprazzi di vita passata dell'autrice ma senza un ordine logico, oppure il dialetto napoletano così presente che ho fatto capito a comprendere, o solo il linguaggio troppo pregno, costruito che io avrei, diverse volte, alleggerito, a favore anche del lettore più "pigro", fatto sta che in alcune parti ho trovato il libro un po' pesante, un po' troppo per me.
Certamente il tema che non mi aspettavo e che, invece, ha un ruolo importante in questo romanzo è quello della Chiesa e delle sue contraddizioni, delle sue lordaggini e delle sue bassezze. Una posizione urlata dall'autrice che sceglie come viatico per il lavoro in un night di Anna proprio la figura di un prete. Ma non solo, descrive festini organizzati proprio dalla Chiesa nel locale notturno, e descrive le perversioni di questi uomini dal colletto bianco.
Sceglie di disumanizzarli, renderli quasi al livello di bestie. Ho percepito un'asprissima critica nei confronti della Chiesa e delle sue figure di rappresentanza (non, però, una critica alla religione) che mi ha lasciata con tante domande e perplessità. Un tema affrontato così di petto da risultarmi, a tratti, urticante, fastidioso, indigesto, devo essere onesta.
Insomma, come credo abbiate capito, un libro che ha tanto, forse troppo, da dire, un concentrato di tante cose e, per me, un saliscendi tra estrema commozione e inquietante nervosismo.
Ho, comunque, trovato, qui dentro, una delle più belle pagine scritte per un padre che mi ha colpita dritta al cuore e che vi regalo di seguito:


Titolo: Cercando il mio nome
Autore: Carmen Barbieri
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2021

Voto
7.5/10

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