mercoledì 15 settembre 2021

ISOLA DI NEVE di Valentina D'Urbano


Sinossi
Un'isola che sa proteggere. Ma anche ferire. Un amore indimenticabile sepolto dal tempo. 2004. A ventotto anni, Manuel si sente già al capolinea: un errore imperdonabile ha distrutto la sua vita e ricominciare sembra impossibile. L'unico suo rifugio è Novembre, l'isola dove abitavano i suoi nonni. Sperduta nel mar Tirreno insieme alla sua gemella, Santa Brigida ― l'isoletta del vecchio carcere, abbandonato ―, Novembre sembra il posto perfetto per stare da solo. Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull'isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant'anni: la storia di Andreas von Berger ― violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida ― e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo inestimabile violino. L'unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta. 1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull'isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l'unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante. Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell'isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei.

Recensione
Sono partita piena di aspettative in questo romanzo, visto la positivissima critica che ho letto un po' ovunque e i consigli spassionati di tanti lettori navigati.
E, come succede spesso quando le aspettative sono altissime, si può rimanere un pochino delusi... questa volta me lo concedo, dai.
Ma andiamo per ordine.
Qui c'è la storia di due coppie romantiche che si intreccia di capitolo in capitolo. Vite che hanno tanto in comune e i cui legami di dispiegano di pagina in pagina.
Innanzitutto ci sono Neve e Andreas e c'è l'isola di Novembre.
Neve è una ragazza giovane, bellissima, biondissima dalla vita tormentata, vessata e maltrattata dal padre, settima figlia di altrettante sorelle, costretta a mantenere la famiglia facendo la pescatrice al posto del padre che, invece sperpera tutti i guadagni nell'alcol.
È coraggiosa Neve, tanto da arrivare fino al carcere di Santa Brigida, l'isoletta che sorge davanti all'Isola di Novembre e qui conosce Andreas, un giovane carcerato tedesco, violinista talentuoso e compositore, con il quale intreccia una storia d'amore.
Siamo nel 1952 e cinquant'anni dopo, un'altra coppia bizzarra si incontra sull'Isola di Novembre: sono Edith, violinista tedesca alla ricerca del violino e degli spartiti che Andreas deve avere lasciato sull'isola e Manuel, trentenne romano, in fuga dalla sua vita infelice, che si rifugia nella casa dei nonni originari di questo isolotto sperduto.
I due andranno insieme alla ricerca del violino di Andreas, portandoci verso un finale del tutto inaspettato e che dà molta verve al romanzo.

Passiamo quindi alle mie impressioni e continuiamo ad andare con ordine.
Cosa mi ha convinto di questo romanzo?
Beh, innanzitutto i personaggi, ciascuno ben caratterizzato e descritto. Oltre a Neve, il vero personaggio che esce dalle pagine, questa figura quasi epica, ammaliante e coinvolgente che cattura sicuramente il lettore, tutti gli altri personaggi costruiti dalla D'Urbano risultano azzeccatissimi.
Poi c'è la fluidità di scrittura di questa giovanissima autrice, una scrittura che scivola via, di pagina in pagina, senza appesantire il lettore, per nulla costruita né pesante, che rende sicuramente il romanzo molto piacevole.
Altro punto a favore è l'ambientazione: questa isoletta inventata spersa nel mar Tirreno (ispirata probabilmente a qualche isola reale: Capraia? Oppure l'Isola del Giglio? O magari Ponza?), da al romanzo quel carattere selvaggio che non guasta e apre al lettore finestre magiche, spunti per favoleggiante, per spaziare con la fantasia.
E per ultimo, ho trovato l'intreccio narrativo sicuramente azzeccato, il continuo alternarsi della storia tra passato e presente, che non annoia e ci traghetta, pian piano, verso il finale che tiene incollati alle pagine. Una scelta sicuramente vincente della D'Urbano.

Cosa, quindi, non mi ha convinto fino in fondo dopo tanti punti a favore del libro?
Beh io amo gli storici, anche impegnati e molto concreti, preferibilmente un po' crudi e di polso, quelli anche un po' disillusi, dove si naviga a vista, ci si arrabbia magari, si affronta la vita di petto, anche a discapito del lieto fine.
Ebbene, ho trovato questo romanzo un po' troppo per bene, un pochino tanto "posato". Sognante e romantico, mi è mancata un pochino di concretezza, forse anche un po' di tristezza e di lacrime in più.
Probabilmente, questa sensazione, deriva dal fatto, come detto all'inizio, che l'aspettativa era altissima e che mi ero costruita l'idea di un romanzo più drammatico che romantico.
Quindi un voto non pienissimo, senza assolutamente pentirmi della lettura che mi ha accompagnata piacevolmente durante qualche notte insonne e mi ha convinta del talento di questa scrittrice di cui continuerò a leggere le opere.


Titolo: Isola di Neve
Autore: Valentina D'Urbano
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2018

Voto
8.5/10



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