giovedì 18 novembre 2021

GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE di Antonio Manzini

Questo è un libro che un genitore non vorrebbe mai leggere, un libro che tira fuori tutto il dolore, che mette sul tavolo le paure e ci mette in faccia alla morte, quella più orrenda, quella più temuta: la morte ingiusta e violenta di un figlio.
È del tutto innaturale per un genitore accettare la dipartita di un figlio prima di lui stesso, è straziante e non dovrebbe mai mai accadere. 
Specie se la morte di un figlio avviene per mano di un assassino: un essere umano che si prende la libertà di decidere della vita di un altro essere umano, decide di prendersela in un modo così vile...credo che per me sarebbe inaccettabile, imperdonabile...

Nora e Pasquale sono genitori di Corrado, ucciso a 23 anni da un rapinatore che tentò di rapinare la tabaccheria di famiglia. Ucciso davanti alla madre.
Quando Nora, un giorno sul treno, a 6 anni dall'evento tragico, incontra l'assassino del figlio, uscito anzitempo, grazie a sconti di pena e buona condotta dal carcere, la vita dei due genitori si sconvolge di nuovo.
Incapaci di accettare l'inefficacia della pena, Pasquale e Nora, ciascuno a suo modo, cercano di avere giustizia, la meritata giustizia per la loro enorme perdita.
E così l'uno in maniera più pratica (acquistandosi un'arma illegalmente nell'intento di farsi giustizia da sé) e l'altra in maniera più cervellotica e sottile, architettando un piano per arrivare allo scopo, si mettono alla rincorsa di quella giustizia che il sistema, a loro giudizio, non gli ha dato.

Questo romanzo così duro, e così meravigliosamente scritto, ha il pregio di darci tre punti di vista sulla vicenda: quello di Pasquale, che vorrebbe tornare a vivere e che, addirittura, si sente in colpa per provare, a volte, una sensazione di felicità, quello di Nora, che ha cessato letteralmente di vivere quel giorno di 6 anni fa e quello dell'assassino di Corrado che, nonostante la sofferenza per l'errore commesso, è commesso di avere scontato la sua pena e di non dover continuare a portare la colpa in eterno. Si sente, quindi, legittimato a ricostruirsi una vita, avere un lavoro e, perché no, magari anche una famiglia con la donna che ama.
Ciò che mi ha più di tutto straziato di questo romanzo è senza dubbio il finale, che racconta di come una madre, distrutta dal dolore della perdita, possa sacrificare sé stessa pur di dar giustizia al figlio.
È una storia che ti entra dentro questa, una storia senza mezze misure e senza sconti, ispirata ad un fatto veramente accaduto e, forse per questo, tragicamente realistica e possibile. Una storia che, soprattutto letta da un genitore, può fare male, tanto male da aver la necessità di posare, a volte, il libro, prenderne le distanze, allontanarlo dalla propria vista, dimenticarlo. Chiuderlo per sopravvivere al dolore. Chiuderlo per staccarsi da questa vita che può essere così spietata e tragica. Chiuderlo per non soccombere.
Un libro per me meraviglioso, nonostante il solco profondo che mi ha scavato dentro e le lacrime assolutamente amare che mi ha tirato fuori.

Titolo: Gli ultimi giorni di quiete
Autore: Antonio Manzini
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2020

Voto
10/10


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