martedì 31 agosto 2021

ACCIAIO di Silvia Avallone

Sinossi
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia in cerca d'identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più.

Recensione
Io e la mia edizione vintage di questo libro, tutta scocciata e tenuta insieme alla ben e meglio ci siamo guardate per molto tempo. Lei adagiata sugli scaffali della mia libreria, io in assorta contemplazione di tutti i volumi non letti che languono sulle mensole di casa e che restano lì in attesa, a volte anche per anni.
Finché, durante questo stranissimo agosto, è arrivato anche il suo turno.
Mi aspettavo un romanzo italiano verace e l'ho trovato.
Mentre non mi aspettavo affatto un romanzo narrato quasi come un young adult, con quel linguaggio da strada, da giovane, ma con un contenuto tutt'altro che adolescenziale.

Anna e Francesca sono le protagoniste di questo romanzo. Entrambe vengono da famiglie sgangherate che vivono nei casermoni di Via Stalingrado, i casermoni operai, quello costruiti per ospitare i lavoratori della Lucchini e della Dalmine Tenaris. Casermoni che si affacciano sulla spiaggia e su un mare che sembra brodaglia e che stride amaramente al confronto con la bella, ricca e privilegiata Isola d'Elba che si vede all'orizzonte.
Francesca è bellissima e figlia unica, vessata da un padre padrone violento e insopportabile, grande lavoratore ma ossessionato dalla femminilità della figlia: la spia con un binocolo dal balcone e, per farle capire chi comanda, usa la violenza, le botte...
Anna, invece, figlia di un padre scostante e incapace di badare economicamente alla famiglia, che si dedica a svariati traffici nella speranza di una facile ricchezza, ha un fratello più grande Alessio, al contempo suo punto di riferimento e suo controllore.
Anna e Francesca sono entrambe giovani adolescenti, belle, ammirate per la loro sfacciataggine e la loro malizia, il loro essere sboccate e un po' volgari.
Fanno della loro amicizia la pietra miliare delle loro vite. Sono l'una il punto di riferimento dell'altra, l'una il sostegno dell'altra, finché un avvenimento spezza questo legame intenso e al limite tra l'amicizia e l'amore adolescenziale.
È la Piombino operaia che fa da sfondo al rapporto tra le due ragazze che da vera verve e significato al romanzo. Quella vita operaia ed essenziale che è ancora tanto diffusa in Italia, nonostante la nostra ostinazione nel dimenticarcene.
E sul finale la vita operaia viene fuori in tutta la sua crudezza, con un episodio di incidente sul lavoro che, per quanto mi riguarda, ha cambiato faccia a tutto il romanzo, lo ha reso più adulto, più smaccatamente reale, molto più concreto e doloroso.

Benché il linguaggio un po' da young adult che Silvia Avallone ha scelto per questo romanzo non sia tra i miei preferiti, ho amato molto le scelte narrative della scrittrice che, quando ha scritto questo romanzo, era ancora all'inizio della sua carriera.
Ed ho forse azzeccato scegliendo di leggere questo come primo fra i suoi romanzi, in quanto sono davvero curiosa di scoprire quanto sia cresciuta negli anni questa scrittrice italiana verace.
Anche in questo caso la buona letteratura italiana non delude e conferma, ancora una volta, che non è necessario andare oltreoceano o buttarsi per forza su notissimi best seller per godersi un romanzo.


Titolo: Acciaio
Autore: Silvia Avallone
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2010

Voto
8.5/10

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