venerdì 13 agosto 2021

IL BLU DELLE ROSE di Tony Laudadio

Sinossi
In un mondo non troppo diverso dal nostro, dominato dalla tecnologia e da un clima imprevedibile, la scienza ha finalmente stabilito che criminali si nasce: il gene C, responsabile della violenza nei comportamenti, è stato individuato e grazie al controllo delle nascite imposto dalla legge la società è ormai pacificata. La scienziata Elisabetta Russo, che ha contribuito alla rivoluzionaria scoperta, non nutre dubbi sulle pratiche di selezione genetica del governo, nonostante le proteste degli oppositori. A venticinque anni dall’entrata in vigore della legge Genesi, però, una serie di eventi drammatici scuote le sue certezze mettendo in pericolo la sua stessa vita. Ed è soltanto grazie alla premura di Nghele e all’amore del giovane Lionel che Elisabetta trova il coraggio di ribellarsi alle regole e ai limiti che lei stessa si è imposta. 

Recensione
Elisabetta Russo, brillante genetista ormai ultracinquantenne, ha partecipato, nel lontano 2022, ad un programma di ricerca genetico che ha permesso di scoprire il gene C, gene comune a tutti i delinquenti.
In base a queste scoperte il governo ha promulgato delle leggi di selezione genetica prenatale allo scopo di liberare la comunità dalla criminalità.
Il romanzo è ambientato 25 anni dopo, in un futuro asettico, dove le auto si guidano da sole e le abitazioni sono gestite da un domot, tutto è altamente tecnologico e la criminalità è ai minimi storici.
Un futuro che è stato aspramente manipolato dall'uomo in un modo che è ai limiti dell'eticità: i feti scoperti portatori del gene C vengono per legge abortiti dalle madri.
Elisabetta Russo, fortemente convinta della bontà di questa legge, non ha mai messo in discussione né le sue azioni di studiosa di genetica né la sua etica, finché, l'amore per il giovanissimo eritreo Lionel e le inaspettate pieghe prese dalla sua vita, sconvolgono tutto il suo credo e 25 anni di lavoro e di visione del mondo.
L'autore pone, quindi, il lettore nella posizione di farsi domande etiche su un argomento molto ma molto delicato: è giusta la manipolazione genetica? Fino a che punto questa è etica? A che punto finisce la libertà individuale e comincia la libertà collettiva? E il bene collettivo deve prevalere sul bene del singolo?

È un bel romanzo quello di Tony Laudadio, ricco di domande sottintese che stimolano il lettore. Ambientato in un futuro non troppo lontano e abbastanza agghiacciante (anche se non così improbabile) descrive un mondo ovattato e immerso nel colore bianco dove il tentativo dell'uomo di rendersi la vita più sicura rimuovendo dalla faccia della terra la criminalità forse non è stato raggiunto completamente. O forse ha addirittura reso il mondo più povero, insulso: è una grande domanda quella che l'autore si è ci pone "siamo certi che i grandi geni come Leonardo, Einstein e altri non fossero portatori del gene C? E se fosse così varrebbe davvero la pena di sacrificare il Genio per la nostra sicurezza?".
Un mondo dove il bene collettivo ha influito parecchio sul bene e la felicità del singolo limitandoli, un mondo che sicuramente, è descritto come povero di emozioni e sentimenti, povero di amore, asettico, chirurgico...un mondo nuovo, frutto del progresso al quale, forse, vale la pena ribellarsi.
Anche se non è il mio genere, il romanzo vale certamente la pena di essere letto, soprattutto per le riflessioni che la lettura impone.


Titolo: Il blu delle rose
Autore: Tony Laudadio
Editore: NN Editore
Anno di pubblicazione: 2020


Voto

8.0/10

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